Dracula: gli appunti e le note di Bram Stoker
Sette anni di studi, viaggi e annotazioni: come Bram Stoker ha costruito il suo vampiro
L’11 gennaio ho visto al cinema Nosferatu di Robert Eggers, remake dello storico Nosferatu di Murnau (1922) che già era stato rivisitato nel 1979 da Werner Herzog.
Pur con alcune differenze — come i nomi dei personaggi e il finale — la storia è quella di Dracula.
Il primo Nosferatu, quello di Murnau del 1922, simbolo dell’espressionismo tedesco, sarebbe dovuto essere un adattamento diretto del romanzo di Bram Stoker. Tuttavia, non avendo ottenuto i diritti, la produzione modificò quel tanto che bastava per prendere le distanze dal testo originale. Cosa comunque inutile, perché la vedova di Stoker, Florence Balcombe, intentò causa e ottenne la distruzione di tutte le copie del film. Per pura fortuna se ne salvarono una o due, altrimenti il Nosferatu di Murnau sarebbe stato perso per sempre… E tanti saluti anche al film di Eggers.
Vivere al cinema le atmosfere del Nosferatu di Eggers mi ha messo la voglia di tornare al mio amato Dracula, uno dei miei romanzi preferiti. Così mi sono addentrata nel “dietro le quinte”, per scoprire come Bram Stoker abbia dato vita a una storia tanto potente e suggestiva.

Dracula, tra folclore e cronaca
Se oggi sappiamo qualcosa sul processo creativo che ha portato alla scrittura di Dracula, è grazie a una scoperta avvenuta un anno dopo la morte di Bram Stoker. Tre bauli — contenenti rispettivamente vestiti, documenti e cadaveri di ratti essiccati — furono ritrovati in un fienile di una fattoria in Pennsylvania. Vi erano finiti dopo che, nel 1913, la vedova di Stoker aveva messo all’asta i pezzi migliori della collezione di libri del marito, insieme ad altri oggetti personali, tra cui una serie di scatole contenenti fascicoli di appunti per Dracula.
Queste note, composte da manoscritti, dattiloscritti e ritagli di giornale, sono state raccolte nel 2008 nel volume Bram Stoker’s Notes for Dracula - A Facsimile Edition, curato da Robert Eighteen-Bisang ed Elizabeth Miller, che le hanno trascritte e annotate. Un vero gioiello per gli appassionati.
Bram Stoker impiegò sette anni per completare Dracula, lavorandoci nel tempo libero. La sua occupazione principale, infatti, era quella di direttore finanziario del Lyceum Theatre, all’epoca sotto la direzione dell’attore Henry Irving, di cui Stoker era amico intimo.
Va precisato che Bram Stoker non inventò il vampiro, che in quanto creatura maligna che si nutre dell’essenza vitale di altri esseri viventi, era presente con questo nome nel folclore dell’Europa del sud-est e dei Balcani già prima del XVIII secolo. Nè Dracula è stato il primo vampiro ad avere successo letterario in Europa, in quanto fu preceduto di ben venticinque anni dalla seducente e pericolosa Carmilla di Sheridan Le Fanu (1872).
Non mancavano dunque fonti d’ispirazione e sappiamo che, negli anni di gestazione del romanzo, Stoker lesse tutto ciò che potè sui vampiri. In viaggio negli Stati Uniti con Henry Irving, lesse e collezionò un articolo di giornale curioso e senz’altro evocativo: Vampiri in New England - Corpi riesumati e cuori bruciati per fermare le malattie - Una strana superstizione di un tempo - Si credeva che creature spettrali succhiassero il sangue dei loro parenti ancora in vita. L’articolo fornì il contrasto, centrale in Dracula, del mito del passato che rivive in epoca moderna, oltre all’idea di dover distruggere il cuore del vampiro per fermare il diffondersi della piaga.
Se è vero che Bram Stoker non ha inventato da zero la figura del vampiro, è però fuor di dubbio che con Dracula ha consolidato molte delle caratteristiche che associamo al vampiro, come l’assenza di riflesso, l’enorme forza e il potere di mutare forma.
Bram Stoker alla London Library
Le ricerche di Stoker non si limitarono al folclore: dai suoi appunti, sappiamo che era enormemente interessato anche alla storia, di cui si servì per costruire il background del Conte e per dare sostanza al terribile viaggio di Jonathan Harker nei Carpazi. Nelle note dattiloscritte sono presenti numerose citazioni e passaggi su Vlad III di Valacchia, detto l’Impalatore, sul significato della parola Dracula, che in rumeno arcaico significherebbe “diavolo”, e sulla geopolitica dei Balcani.
La London Library è stata la sua principale fonte d’informazioni. Era risaputo che Bram Stoker fosse iscritto alla biblioteca e che ne fosse stato un assiduo frequentatore tra il 1890, anno della sua prima visita a Whitby — luogo in cui è ambientata una parte significativa del romanzo — e il 1897, anno della pubblicazione di Dracula. Tuttavia, solo di recente si è scoperto quanto Dracula debba alla London Library.
Dopo la pubblicazione di Bram Stoker’s Notes for Dracula - A Facsimile Edition, Philip Spedding, Development Director della London Library, ha notato che diversi libri citati negli appunti di Stoker erano presenti nella collezione della biblioteca. Incuriosito, ha esaminato i volumi e ha cercato i passaggi annotati dallo scrittore, facendo una scoperta sorprendente: Bram Stoker scriveva sui libri della biblioteca.
Gli stessi passaggi riportati nei suoi fogli dattiloscritti risultano segnati nei volumi della biblioteca con un asterisco o una croce a matita a margine. In alcuni casi, nelle pagine di rispetto all’inizio del libro compaiono istruzioni scritte a matita, destinate a qualcuno incaricato di trascrivere interi brani a macchina.
La London Library non conserva i registri dell’epoca, quindi è impossibile determinare con certezza assoluta quali libri Stoker abbia consultato o preso in prestito. Potrebbe darsi che queste annotazioni siano state fatte da qualcun altro, ma c’è un indizio decisivo: la biblioteca possiede ancora una copia di Pseudodoxia Epidemica di Thomas Browne (1646), appartenuta a Stoker e donata dal figlio. Su questo volume sono presenti esattamente lo stesso tipo di annotazioni.
Prendiamolo come un invito a usufruire delle biblioteche, che sono una risorsa preziosa a disposizione di tutte e tutti.
Elenco dei principali volumi della London Library consultati da Bram Stoker
Sono 26 i libri della London Library identificati come consultati da Bram Stoker. Tra questi, i più annotati sono:
An Account of the Principalities of Wallachia and Moldavia, William Wilkinson (1820)
The Book of Were-Wolves, Sabine Baring-Gould (1865)
Pseudodoxica Epidemica, Thomas Browne (1646)
Sul sito della London Library è consultabile l’elenco completo, che include opere sul folclore e le superstizioni europee, studi storici sulla Transilvania e i Balcani, resoconti di viaggio ottocenteschi e analisi del soprannaturale nella cultura popolare.
Sulla spiaggia di Whitby
Bram Stoker non si limitò a consultare la London Library, ma raccolse materiale anche nella biblioteca pubblica di Whitby, una cittadina del North Yorkshire che visitò più volte e che più di ogni altro luogo lo ispirò nella scrittura di Dracula.
Nel romanzo, il Conte Dracula lascia il suo castello nei Carpazi e approda a Whitby a bordo della Demeter, una nave misteriosamente naufragata sulla costa, il cui equipaggio è stato decimato da un’oscura presenza. Determinato a raggiungere Londra per insediarvisi, Dracula assume la forma di un grande cane nero e si precipita su per la lunga scalinata che conduce al cimitero della Chiesa di St Mary, all’ombra delle rovine dell’abbazia di Whitby.
Nell’ottobre del 1885, la goletta russa Dimietry naufragò realmente al largo di Whitby, riuscendo miracolosamente a evitare gli scogli. Bram Stoker si documentò con grande scrupolo, intervistando marinai e membri della guardia costiera per raccogliere dettagli precisi su venti, correnti e dinamiche del naufragio. Queste informazioni erano fondamentali perché, in Dracula, il naufragio della Demeter viene raccontato attraverso il diario di bordo del capitano, e Stoker voleva che risultasse autentico.
Sempre alla ricerca del realismo, Stoker si documentò anche sul dialetto locale per riprodurlo fedelmente nelle pagine in cui Mina, la protagonista, visita la sua cara amica d’infanzia Lucy a Whitby.
Prima dell’arrivo del vampiro, le due trascorrono le loro giornate passeggiando nel cimitero che si affaccia sul mare, un tipico cimitero inglese con sentieri sterrati e panchine da cui ammirare il panorama. Durante una di queste passeggiate, Mina si sofferma a leggere alcuni epitaffi incisi sulle lapidi. Non sono frutto della fantasia di Stoker: lo scrittore li trascrisse personalmente durante il suo soggiorno a Whitby, riempiendo pagine e pagine di appunti.
Emerge così l’immagine di Dracula come un romanzo nato da molteplici fonti e materiali diversi. Ci sono gli appunti a mano, le note dattiloscritte, i manuali e i saggi consultati, gli articoli di giornale, i documenti e le testimonianze dirette. Il metodo con cui Bram Stoker ha raccolto il materiale preparatorio riecheggia la struttura stessa del romanzo, fatto di lettere, telegrammi, diari, articoli di giornale e documenti che, disposti in ordine cronologico, danno vita a una delle storie più longeve di sempre.
Districarsi tra tanti eventi e fonti fittizie, ciascuna con una data precisa, avrebbe potuto essere un vero caos, ma Bram Stoker era pronto anche a questo. Su un’agenda annotò con precisione i principali avvenimenti del romanzo, assegnando a ciascuno il giorno esatto in cui avrebbe dovuto svolgersi.
Come piccolo regalo prima di lasciarvi, vi segnalo la newsletter Dracula Daily, per ricevere via mail il romanzo di Bram Stoker in piccoli episodi, seguendo la stessa linea temporale dei personaggi. Ogni episodio arriva proprio nel giorno dell’anno in cui gli eventi accadono nel libro.
Bellissimo post molto interessante. Anche per me Dracula è tra i libri preferiti l'ho letto nei primi anni 90 quando uscì il film e dovrei rinfrescarmi la memoria. Bella la descrizione del processo creativo e di ricerca che ha portato ad un romanzo davvero senza tempo.
Già di base i tuoi post sono sempre meravigliosi e ben scritti, ma qua con la chicca della newsletter hai dato un Plus notevole :D